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Repertori linguistici ereditari a Napoli e integrazione linguistica
Präsentationen
Repertori linguistici ereditari a Napoli e integrazione linguistica
Margherita Di Salvo
Università Federico II, Napoli, Italia
La presente proposta di comunicazione ha come oggetto il multilinguismo indotto da immigrazione nella città di Napoli (Campania, Italia): si intende infatti analizzare, da una prospettiva sociolinguistica e acquisizionale (Cfr. Buonomo, Di Salvo, Maffia, in prep-), la conformazione dei repertori dei migranti, con una focalizzazione congiunta sia sulle lingue ereditarie (Aalberse et al. 2019) che i migranti hanno portato con sé sia sul processo di integrazione linguistica che avviene tramite l’apprendimento dell’italiano/del dialetto. L’integrazione linguistica, infatti, nel caso di Napoli, può prevedere sia l’apprendimento dell’italiano sia quello del dialetto, per la vitalità di questo codice all’interno del tessuto urbano. Lo studio, in particolare, si propone di descrivere i repertori linguistici di tre gruppi di immigrati: gli srilankesi, gli ucraini e i senegalesi. I tre gruppi sono stati scelti sulla base di parametri socio-demografici (numerosità e diversa modalità abitativa e, conseguentemente, diverso tasso di segregazione residenziale), e linguistici (presenza di una lingua coloniale nei repertori, multilinguismo pregresso alla migrazione, diversa distanza tipologica nei confronti delle lingue target, napoletano e italiano).
Il dataset è costituito da parlato spontaneo raccolto tramite questionario autovalutativo; il parlato raccolto è stato sottoposto ad analisi che hanno permesso di ricostruire il livello di competenza nella produzione orale secondo il Quadro Comune Europeo.
L’analisi ha preso in esame due diverse variabili linguistiche: la competenza nella produzione orale in italiano e l’uso del napoletano. Tali variabili sono state successivamente correlate con il gruppo etnico e con il livello di segregazione residenziale. I risultati hanno dimostrato la presenza di una relazione di tipo statistico, dimostrando come, anche all’interno di ciascun gruppo etnico, le modalità abitative e di socializzazione non solo condizionato la competenza della lingua target ma anche l’uso del dialetto locale.