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Président(e) de session : Ines Honegger Wiedenmayer
Salle:Sertig
N. Binazzi
Un’irriguardosa identità: le scelte dialettali dei muri di Firenze
Présentations
Un’irriguardosa identità: le scelte dialettali dei muri di Firenze
Neri Binazzi
Università di Firenze, Italia
Questo contributo analizza una rassegna di scritture esposte caratterizzate da ricorrenti modalità di canonizzazione linguistica (in termini di tratti chiamati a esibire “distanza dall’italiano”) e sociolinguistica (in termini di funzioni affidate a quei tratti). L’analisi mette in luce il modo in cui i connotati particolari del “plurilinguismo fiorentino” vengono gestiti in una interessante prospettiva identitaria.
Le scritture osservate propongono, ed esasperano, una rappresentazione del dialetto come cifra di alterità “antropologica”, we code che dà voce a una dimensione sociale dove i toni irriguardosi sono garanzia di un’autenticità senza compromessi. Nel paesaggio linguistico fiorentino ricorrono così modalità esortative gestite come esclamazioni (staharmo!, letteralmente ‘stai calmo!’, che rivisita in salsa fiorentina un keep calm divenuto “meme” internazionale), ma anche bestemmie (a malapena) mascherate (diahane). Proprio diahane sarà oggetto di un particolare approfondimento, visto il suo ricorrere su una gamma ampia e articolata di supporti (dai muri ai dai banchi di scuola, dalla segnaletica stradale ai cassonetti dell’immondizia). Fortunato erede di un’oralità popolare toscana che gestisce le bestemmie come esclamazioni, se non addirittura come intercalari, diahane, dopo essere stato forma-bandiera della gergalità giovanile, sembra imporsi progressivamente nel “polylanguaging” murale come simbolo della moderna identità metropolitana. Succede così che un’espressione originariamente riprovevole, spesso proposta nella modalità contratta dhn, vede sfumare i propri connotati disfemistici mantenendo però attivo quel tenore di estrema vicinanza che le consente di svolgere una funzione di solidarity stressing.
Il fatto che queste scritture siano animate prevalentemente da una funzione “identificativa” è rilevabile anche nella selezione dei tratti chiamati a esibire la dialettalità, che sono i più vitali nella comunità, e che dunque sono in grado di radunare ed esprimere un senso condiviso di appartenenza. E forse non sarà un caso che questa preoccupazione identificativa diventi insistente e riconosciuta pratica identitaria proprio dai muri di una Firenze ormai sopraffatta dall’overtourism.